Padre E. COLOMBO

P. D. EMILIO M. COLOMBO OSB

Servo di Dio – per cui è stato avviato il processo di beatificazione e canonizzazione.

Una esistenza vissuta giorno dopo giorno in totale ispirazione e dedizione e soprattutto in totale obbedienza alla Divina volontà modellata sulla figura della Madonna. Il sì alla chiamata vocazionale di p. d. Emilio è maturata con lo sguardo sempre rivolto alla Vergine Maria e col proposito di prendere su di sé la vita religiosa per seguire Cristo.

 

Articolo di padre Don Emilio Maria Colombo, osb – Giugno 1989 –  Eucaristizziamo i mass media con Maria, Regina dell’universo! 

Cari fratelli e sorelle in Cristo, il 4 giugno scorso abbiamo celebrato la giornata delle comunicazioni sociali. Tema prescelto: “la religione nei mass media”. Nel messaggio del Papa per tale occasione vediamo: “vorrei anche chiedere a tutti gli operatori della comunicazione di mostrarsi, con la loro deontologia, professionalmente degni delle occasioni offerte loro di presentare messaggio di speranza e di riconciliazione con Dio, in seno ai mass media di ogni tipo”. Gli operatori della comunicazione non solo loro, ma anche recettori, cioè tutti noi, dobbiamo farci carico di questa deontologia, al cui centro sta il rispetto per l’uomo, il rispetto della verità e la giustizia, il rispetto della religione, in modo tale da generare nell’opinione pubblica lucidità di giudizio e punti di incontro.

Il papà continua: “I doni di Dio non sono qui misterioso incontro tra le possibilità tecnologiche dei linguaggi della comunicazione e l’apertura dello spirito d’iniziativa luminosa del Signore dei suoi testimoni?”. Noi tutti dobbiamo sempre più aprirci all’azione dello Spirito Santo in modo da diventare testimoni della verità evangelica proprio attraverso i mass media, che ci sono stati dati in dono da Dio, non per metterci contro Dio, ma per adorarlo in spirito e verità, perché uomini, tutti gli uomini, aldilà di ogni discriminazione razziale sociale si riconoscano figli dello stesso Padre Celeste, fratelli fra loro.

Per questo motivo, dice il Papa: “la celebrazione liturgica dei misteri della fede non può essere ignorata dai mass media in questo vasto movimento di presenza nel mondo di oggi”. La liturgia, al cui centro vi è l’eucaristia, è culmine e fonte di tutta la vita della Chiesa, di tutta la vita dell’uomo. Conseguentemente la presenza ecclesiale nei mass media è determinante per instaurazione del mondo di un’era di vera fraternità universale, grazie alla mediazione del cuore immacolato di Maria, madre di Dio, madre della chiesa, Regina dell’universo.

Il 29 maggio scorso è stato nostro graditissimo ospite il cardinale Corrado Ursi, arcivescovo emerito di Napoli. In quest’occasione il porporato, con vigore giovanile, ha manifestato la sua tenera e filiale devozione verso la Madonna sia nell’omelia della messa sia durante la conversazione con la nostra comunità. Il cardinale Ursi è divenuto ardente propagandista della recita dell’Angelus al mattino a mezzogiorno io sera. Questo a perenne ricordo dell’anno mariano e allo scopo di eucaristizzare tutta la giornata a livello personale e a livello sociale. Ci ha spiegato il significato della parola eucaristizzare. Sulla pagellina scritta da lui è prefigurato una bellissima icona rossa, venerata a Kiev, che può essere denominata: la Vergine del fazzoletto. Difatti pende dalla cintura della Santa madre di Dio un fazzoletto. Il cardinale spiega: quando i fedeli si accostavano alla mensa eucaristica, presentavano al Ministro dell’eucarestia un fazzoletto su chi veniva deposto il Santissimo corpo di Cristo. Ora il fazzoletto è stato usato sempre come simbolo di lavoro, di dolore, di gioia, di vittoria. La Vergine del fazzoletto ci dice: si estenda l’efficacia della Santissima eucaristia a tutte le manifestazioni della vita, personale e sociale. In questo modo tutta la vita viene eucaristizzata. Noi aggiungiamo: la Madonna pressantemente ci invita ad eucaristizzare anche i mass media, perché mediante un corretto uso di questi doni di Dio si instauri nel mondo una vera era di fraternità universale, significata e realizzata dalla Santissima Eucaristia, con la potente intercessione di Maria, Regina dell’universo!

Sulle orme di Maria, Madre di Gesù. Fino alla fine della sua vita terrena – Dal Bollettino di giugno, 1989 

 Una esistenza vissuta giorno dopo giorno in totale ispirazione e dedizione e soprattutto in totale obbedienza alla Divina volontà modellata sulla figura della Madonna. Il sì alla chiamata vocazionale di p. d. Emilio è maturata con lo sguardo sempre rivolto alla Vergine Maria e col proposito di prendere su di sé la vita religiosa per seguire Cristo. Per citare papa Francesco: “ciò che bisogna contemplare è l’insieme della sua vita, il suo intero cammino di santificazione, quella figura che riflette qualcosa di Gesù Cristo e che emerge quando si riesce a comporre il senso della totalità della sua persona”. (Papa Francesco, Gaudete et exultate, n. 22).

La santità non è altro che formare l’uomo.

La devozione mariana di P.D. Emilio Maria Colombo è stato un tramite per trovare Cristo Gesù, per amarlo perfettamente e servirlo fedelmente. Il suo desiderio di Ave Maria, di amare la Madre di Dio, gli viene da subito dilatato da una ardente preghiera a Gesù, chiedendo la grazia di partecipare alla comunione che esiste tra lui e la Madre. Insita nella lettura dei suoi scritti, quale direttore del bollettino del santuario, lasciò trasparire questo riverbero, questa voce silenziosa, taciuta e discreta, nascosta, come appunto l’Alma Mater. La sua umiltà, del Servo di Dio, ciò che lo ha contraddistinto per tutta la sua vita, era tutta nella grandezza di Maria che per nascondersi e rendersi povero e umile si teneva nascosto agli occhi di tutti; più si rivelava più era grande ciò che teneva nascosto. Maria è stata per P. D. Emilio una fonte sigillata: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”; le parole del Magnificat anche se non ci faranno mai cogliere la sua immensa sublimità di certo ci aiutano a vivere come ha vissuto d. Emilio che già dagli studi teologici emerge la forte disciplina monastica.

Non dubitando e non avendo perplessità dovute al timore che il culto per Maria finisse per compromettere il culto a Cristo non c’è stato mai da parte di d. Emilio questo rischio, comprendendo e predicando che se si vive il mistero di Maria in Cristo si vive il mistero trinitario nella verità dell’incarnazione del Verbo di Dio. Gli anni che precedono la sua formazione sacerdotale e nella vocazione religiosa di benedettino il Servo di Dio attraverso Maria ci fa intuire cosa significasse assomigliare a Cristo Redentore non solo come cristiani, ma ben più intimamente, più perfettamente come persone, invitati e chiamati a partecipare alla sua opera di redenzione in un modo speciale, e le opere di carità spirituali e corporali che ha esercitato con il suo apostolato benedettino risponde ai fini della nostra Congregazione, tutti modi di portare agli uomini che noi avviciniamo la redenzione di Gesù.

Sempre sulle orme di Maria di Nazareth, madre di Dio, fino alla fine della sua vita terrena.

Preghiera.

Fin dai primi anni, dimostra di essere dotato di una preghiera semplice quasi disinteressata, un aspetto del carattere che metterà a frutto in seguito quando, spinto dalla chiamata mariana, non si accontenterà di essere tra i monaci, svolgendo i doveri del suo stato monastico. Padre Emilio starà sempre nella ricerca di comprendere l’uomo e formarlo alla sequela di Maria specialmente negli incontri e conferenze di formazione, sorretto dalla forza della preghiera e dalla totale obbedienza alla regola prende in prestito da Maria di Nazareth il modello e lo stampo. È impossibile, come lui stesso afferma, che una persona possa perseverare nel cenobio se quello spirito non l’ha penetrato fino al midollo dell’anima. Le difficoltà non mancano. Negli anni 52-54 subisce diverse operazioni chirurgiche causandogli malesseri spirituali in cui solo la preghiera diventa ora luce nel suo cuore nella solitudine in cui si trova o nelle tenebre in cui troppo spesso è stato oggetto del maligno. Senza la preghiera, che ha alleggerito il suo cuore dal peso della normale quotidianità, che mette le ali per spaziare con gli angeli e i santi, che fa volare le ore della giornata, questa si presenterebbe interminabile fino a morirne di noia.

Questo spirito di preghiera lo teneva abitualmente in un’atmosfera di umiltà soprattutto negli anni in cui parte per il monastero del Sacro Speco come vicemaestro dei novizi, sopportando con rassegnazione lo spirito del vangelo facendosi violenza per cercarsi un posto insostituibile e per creare nel suo cuore le dovute disposizioni alla volontà divina di Dio (Deus resistit superbis, humilibus autem dat gratiam). Possiamo dire che questa sia ciò caratterizzò tutta la sua vita, soprattutto quando è nominato nel 1967 priore e direttore del bollettino del santuario, che lo sarà fino alla fine, cioè la chiara manifestazione della sua umiltà si ebbe proprio come all’inizio, nel suo paese natale, quando egli gettò via gli abiti onorifici scegliendo gli onori dei crocifissi mariani. Nei suoi primi decenni monastici la sua vita fu sempre silenziosa e forse incolore agli occhi del mondo. Egli che poi essendo il direttore del bollettino di Montevergine e che di lettere se ne intendeva come pochi, non ha lasciato un solo rigo che fisasse un segno della sua scienza o un riflesso della sua umiltà. Dalle sue labbra non trapelò nulla della sua vita penitente, tanto che i monaci non seppero lasciarci una sola notizia di riserbo, quando per circa dieci anni è stato confessore delle suore benedettine, espressione evidente di umiltà, volle passare come un’ombra, mosso in ciò da un sentimento, come se avesse acquisito e costituito quale programma della sua vita, la delicatezza, di essere ignorato e reputato per un nulla.

 L’esempio di umiltà profonda offerto dal nostro Servo di Dio ha spinto tanti a seguire il Divin Maestro, presi da un’ubriacatura di superbia mettendo il mondo al posto di Dio, il padre d. Emilio svolgeva in profondità nell’animo dei fedeli, secondo lo stato di spiritualità di ciascuno facendo scaturire per l’anima e per il corpo elette grazie di ogni bene.

In vita il Servo di Dio rifulse per il suo profondo spirito di preghiera, che fu luce in ogni giorno nel cenobio di Montevergine; per la sua incessante mortificazione, che lo accompagnò per tutta la vita; per la sua umiltà e pazienza.

Un lavoro di risveglio cristiano mariano.

La devozione verso la madre di Dio è vista molto bene nel contesto della vita del Servo di Dio e nella devozione a lui tributata dai fedeli. Tanti pellegrini che da ogni parte d’Italia e dall’estero si portano al santuario di Montevergine, lo denotano già come servo di Maria, associandolo alla schietta e vibrata venerazione alla Madonna di Montevergine, della quale lo riconoscono figlio e imitatore singolare.

Riflette e sperimenta in sè stesso questo tramutarsi dei cuori induriti di pietra a cuori di carne, unito con Maria il servo di Dio comprende il valore vero delle anime da salvare, per questo diventa nei primi anni di presbitero apostolo di se stesso e intimo operatore della chiesa per la salvezza dei fratelli e dei fedeli. Ecco che si affaccia lo zelo buono, come recita s. Benedetto nella RB 72, in quanto proprio nell’incarnazione dell’amore lo vediamo svolgersi nella carità nel santuario mariano di Montevergine. Si tratta dell’umiltà intrinseca al vero amore perché presuppone il cuore giustificato e arricchito della grazia santificante. Espressione caratteristica di questo stato di animo del servo di Dio la vediamo nella costanza con cui perseverò per sessant’anni in quel tenore di vita cenobitica, per questo contemplativa, che egli seguì nel santuario di Montevergine, la pace con cui il servo di Dio non amava parlare di se, perché sapeva che il bene non fa rumore, ma proprio questo silenzio diventa quanto mai eloquente per farci comprendere la ricca vita interiore del servo di Dio.

La vita monastica, benedettina, è un cammino verso Dio, un’ascesa austera e faticosa, ma dove lo sforzo quotidiano, sostenuto dalle promesse divine, già si illumina del possesso oscuro ancora ma certo di Colui verso il quale noi tendiamo con tutte le forze.

 

Cronologia essenziale di d. Emilio M. Colombo Osb 

Colombo, D. Emilio M. (Giovanni), di Forino (AV)

14 Settembre 1920

Nasce a Forino, in provincia di Avellino, da Colombo Antonio e Cipolletti Carolina, dato il nome di Giovanni.

07 Ottobre 1920

E’ battezzato nella parrocchia di s. Felicissimo – Forino (Av).

30 Settembre 1933

Entra come alunno a Loreto (Montevergine) (registro CR II. 148)

05 Gennaio 1934                              

E’ vestito degli abiti da probando dal Rev.mo p. Abate G. Ramiro Marcone, insieme con Colucci Salvatore, Pillo Michelagelo, Medugno Anastasio, Ricciardi Luigi, Saldutti Violante e Dente Guido (registro Cr III. 3). Ciò che mostra ammirazione a oggi sono i frutti che il Signore elargisce per mezzo di sua Madre, Maria. Fin dai primi anni di alunnato a Loreto di Montevergine questi alunni e altri menzionati e iscritti nel registro delle Cronache, sono con d. Emilio M. (Giovanni) fino alla fine dei suoi giorni (elenco degli alunni reg. Cr III. 2).

18 Luglio 1937.                                 

E’ cresimato nel Santuario Abbazia di Montevergine (Diocesi di Montevergine)                        

01 Agosto 1937

Riceve l’abito noviziale ai piedi della Madonna di Montevergine, insieme con Quirino Conte, De Zuzio Armando (prenderanno il nome monastico di Edoardo e Vincenzo), gli viene imposto il nome di Emilio (registro Cr III. 97).

29 Agosto 1938

Nella cappella della Madonna di Montevergine durante la messa celebrata dal P. Abate G. Ramiro Marcone, insieme con Edoardo Conte, emette i voti triennali, professione religiosa (registro Cr III. 118).

25 Ottobre 1939

Si reca nel monastero di Subiaco per gli studi filosofici e teologici insieme con altri monaci benedettini di Montevergine, d. Fausto Saldutti, d. Antonio Bruno e d. Edoardo Conte (Cr III. 140)

11 Ottobre 1940

Inizia gli studi teologici (I anno) nel monastero di Subiaco con d. Edoardo Conte (registro Cr III. 172)

01 Ottobre 1941

Il P. Abate G. Ramiro Marcone conferisce la tonsura a d. Emilio e a d. Edoardo Conte, rito che precede il conferimento degli ordini sacri e  indica la consacrazione a Dio (reg. Cr III. 209)

02 Ottobre 1941

Riceve i primi due ordini minori ostiario e esorcista (reg. Cr III. 209)

05 Ottobre 1941                                

In questo periodo il P. Abate G. Ramiro Marcone rientra dalla missione in Croazia (Zagabria) e alla presenza del Rev.mo e della comunità  e sotto la protezione di s. Placido il chierico D. Emilio emette i voti solenni insieme con d. Edoardo Conte (reg. Cr III. 209)

06 Ottobre 1941

Nella casa Madre delle Suore Benedettine il chierico d. Emilio riceve dalle mani del Rev. p. Abate gli altri due ordini minori lettorato e accolitato (reg. Cr III. 209)

Ottobre 1941                                    

Suddiacono e studente al II anno di Teologia a Subiaco

24 Gennaio 1943

Nella cappella privata del vescovo di Avellino Guido Luigi Bentivoglio il chierico d. Emilio riceve l’ordine del Diaconato durante gli esercizi spirituali tenuti dal cappuccino Anselmo di Monterotondo (reg Cr IV. 6)

23 Maggio 1943

Nella cappella abbaziale di Loreto il Rev.mo mons. P. d. Lorenzo Salvi, abate di Subiaco, conferisce l’ordinazione sacerdotale al P.D. Emilio M. Colombo insieme con altri due chierici di Montevergine, i P.D. Antonio Bruno e Edoardo Conte (reg Cr IV. 15)

1945

Vice sacrista della Cattedrale di Montevergine e professore di Matematica in tutte le classi al Ginnasio (reg. Cr IV. 114. Stato della comunità al 1° gennaio ’45 –  reg. Cr IV. 159)

16 Ottobre 1946

Sacrista della Cattedrale di Montevergine, vi rinuncia il 16 ottobre (Cr IV. 194).  Confermato Professore di Matematica in tutte le classi del   Ginnasio (reg. Cr IV. 200)

21 Febbraio 1947

Il P. Abate G. Ramiro Marcone rielegge sacrista P. D. Emilio, rinunciatario detto ufficio lo scorso Ottobre. Chiese di essere esonerato, sostituito da P. D. Luigi Peluso, anch’egli rinunciatario a questo ufficio per altri impegni, sostituito poi da P. D. Placido Tropeano, ma trovandosi il P. Abate costretto da tante defezioni rielegge P.D. Emilio sacrista della Cattedrale di Montevergine (Cr IV. 221)

Ottobre 1947                                    

Confermato Professore di Matematica in tutte le classi del Ginnasio e sacrista (reg. Cr IV. 254)

Ottobre 1948                                    

Nelle scuole interne per l’alunnato e per il seminario il P.D. Emilio è professore di Italiano e latino in I° media (reg. Cr IV. 308)

Ottobre 1949                                    

Nelle scuole interne per l’alunnato e per il seminario il P.D. Emilio è professore di Italiano e latino in II° media (reg. Cr IV. 363)

24 Luglio 1951

Direttore spirituale nel Seminario di Avellino (Cr V. 27)

Gennaio 1952                                   

Cappellano delle Suore Benedettine di Santa Maria di Montevergine                                 

22 Novembre 1952

Si reca a Napoli per subire un’operazione chirurgica nella clinica dei Gerani, dal Prof. Guerziero (ulcera duedonale) (Cr V. 95), operazione  che ha luogo il 25 Novembre (Cr V. 96)

13 Febbraio 1953                             

E’ nominato Rettore del Seminario

2 Aprile 1953

Ha avuto una pericolosa emorragia interna che lo ha obbligato all’immobilità per due settimane. Riabilitatosi alquanto, dovrà subire  un’operazione chirurgica di ulcera allo stomaco (Cr V. 115)

22 Ottobre 1954

Confessore delle suore dell’orfanotrofio “Maria Santissima di MV” di Mercogliano e degli Istituti femminili; amministratore del bollettino “Santuario di Montevergine” (Cr V. 189)

7 Dicembre 1960

E’ nominato vice maestro al noviziato provinciale al Sacro Speco (Cr VI. 344), parte il giorno 12 Dicembre (Cr VI. 347)

17 Ottobre 1964

Confessore dell’orfanotrofio (Cr VIII. 307)

dal 1961 al 1965

Maestro dei novizi

31 dicembre

E’ nominato direttore del terz’ordine di S. Francesco in Mercogliano (BE 1965 p. 48)

3 Febbraio 1967

Eletto Decano della comunità in base a delle nuove costituzioni (Cr IX. 276)

17 Luglio 1967

Nominato vice Priore del Priore Amministratore P.D. Tommaso Gubitosa (Cr IX. 316)

19 Settembre 1967

Direttore del bollettino del santuario (Cr IX. 332)

23 Maggio 1968       

XXV sacerdozio (Cr IX. 378)

dal 1969 al 1979

Cerimoniere della Cattedrale di Montevergine; P. spirituale del Seminario Abbaziale; Direttore del Bollettino del Santuario; Confessore delle Suore Benedettine e delle suore dell’Enaoli; Segretario dei Capitoli; Conferenziere e Predicatore.

11 Giugno 1976

E’ eletto dalla comunità Priore al posto del dimissionario P. D. Ambrogio Branca (Cr XI. 342)

dal 1980 al 1990

Priore. Cerimoniere della Cattedrale; Prefetto e Maestro degli Alunni e novizi; Direttore del periodico “Santuario di Montevergine”; Segretario Capitolare; P. Spirituale delle Suore Benedettine (Cr XIII. 1); dal 1991 subentra come cronista a P. D. M. Brunetti.

dal 1990 al 2000                             

Fino al 2000 Padre D. Emilio M. Colombo continuerà a dirigere il bollettino del Santuario. Con la sua presenza di voce silenziosa noi tutti ancora oggi attingiamo il suo spirito.

25 Aprile 2000                                 

All’età di 80 anni, dopo una vita in servizio umile alla comunità e in ascolto dello Spirito, Padre Emilio Maria si spegneva. Con la sua morte  lo spirito di p. Emilio Maria e con il suo esempio continua in noi e in coloro che hanno avuto il privilegio di essergli vicino. Per questo la comunità tutta sente il desiderio di redigere questa testimonianza cristiana benedettina e dare gloria all’unico Maestro che oggi continua a vivere e a trasmetterci.